Mostra Caravaggio ed il 600 a Roma fino a febbraio 2012

Si intitola "Roma al tempo di Caravaggio" la mostra, costo del biglietto intero 11,5 euro, che sarà inaugurata domani 16 novembre a Roma al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia e che rimarrà fino al 5 febbraio 2012. Si potranno ammirare non solo le opere di Angelo Merisi detto il Caravaggio ma anche altre opere provenienti da tutto il mondo come "L'Adorazione dei pastori", capolavoro realizzato nel 1608 da Peter Paul Rubens e custodito nella pinacoteca civica DI Fermo, unico lavoro del pittore fiammingo nelle Marche. L'esposizione, curata dalla prof, Rossella Vodret della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico e per il Polo Museale della Città di Roma, è realizzata sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e resterà aperta fino al 5 febbraio prossimo. Il dipinto fermano occuperà un posto dominante nell'ambito delle 140 opere in mostra, provenienti da tutto il mondo.
La mostra si apre proprio con il confronto tra la Madonna di Loreto di Caravaggio (conosciuta anche come Madonna dei Pellegrini), custodita nella chiesa di Sant'Agostino, e il medesimo soggetto (nella chiesa di Sant'Onofrio) di Annibale Carracci, il fulgido rappresentante del classicismo bolognese. Una sorta di provocazione, ha aggiunto Franco Miracco, tra l'impostazione rivoluzionaria del Merisi e un Annibale troppo vicino al suo ambito familiare, ancora lontano dalle sintesi immaginifiche della Galleria Farnese. Eppure le due pale, realizzate negli stessi anni e mai esposte insieme prima d'ora, spiegano tutto quello che verrà dopo: da una parte il classicismo e l'opera di Guido Reni, Domenichino, Lanfranco, che a Roma trovarono importanti commesse e dall'altra i caravaggeschi, le meraviglie dei Gentileschi, di Saraceni, Borgianni, Manfredi. Molti di questi artisti, ha sottolineato la Vodret, sono attualmente poco conosciuti, ma nel primo '600 erano contesi dalle potenti famiglie aristocratiche, nonchè dai pontefici che tornavano ad abbellire la città. Grande interesse, infine, per il Sant'Agostino, di recente attribuito a Caravaggio da Silvia Danesi Squarzina, che ha ritrovato in una collezione inglese il dipinto documentato dagli archivi Giustiniani. Un'opera che lascia ancora qualche ombra, in quanto presenta, ha detto Vodret, «parti spiazzanti, come lo sfondo con i libri». A gennaio saranno presentati i risultati delle indagini diagnostiche che potrebbero dare la parola definitiva sulla paternità dell'opera.

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